File di cabine mangiate dal sale e dalle nostre notti, che non abbiamo mai saputo leggere. Sei veramente stupido, io più di te. Posso solo rincorrere me stessa, tra le cabine, tra queste giornate tutte uguali ed io che non mi sento mai abbastanza, che non riesco più a scrivere niente. Mangiata dal sale della mia pelle, questo animaletto che a volte mi dimentico di essere. Una carpa, centenaria, nel laghetto al parco di Nervi. Vorrei essere volpe, ma sono carpa, senza segreti nello stagno. Passa un altro compleanno, ne passeranno altri insieme al tempo, alle foglie e alle cabine. Perché farsi tutti questi problemi. Non ha senso, pensieri aggrovigliati che posso snodare solo io. Un po’ mi piace essere così, un po’ credo di non esserlo più.
Qualche tempo fa avrei riempito mille pagine di me stessa, ora annoto solo paragrafi stupidi. Dico vorrei, dico potrei, millanto grandi capacità, e sono una carpa, una piccola carpa che sbatte sui bordi di un laghetto artificiale, aspettando le molliche di pane. Non posso neanche seguirle nel mio mondo delle fiabe, le vedo soltanto e vengono mangiate dalle mie stupide compagne di vita.
E ti devo ringraziare per tutte le dimenticanze che mi regali.